
Come noto l’Ebraismo Rabbinico si discosta dall’Ebraismo Biblico, che e’ condiviso dalla Fede Cristiana, cioe’ il Cristianesimo. Su quest’ultimo – infatti – si innesta il Vangelo di Gesu’ Cristo predicato e diffuso dalla Chiesa Cattolica in quasi 2000 anni di storia.
La differenza cruciale per la quale l’Ebraismo Rabbinico si discosta dall’Ebraismo Rabbinico e’ data dal fatto di considerare testo sacro (*) il Talmud. Quest’ultimo e’ costituito da insieme di commenti rabbinici (circa 6000), indipendenti e redatti in varie epoche e per questo molti in mutua contraddizione logica tra loro e con la tradizione biblica. (**)
Iniziati nell’esilio babilonese nel IV secolo a.C., questi commenti vennero continuati, dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. e la dispersione (“diaspora”) del popolo ebraico, soprattutto al fine di cercare di mantenere la tradizione ebraica anche nelle mutate condizioni dovute alla distruzione del Tempio di Gerusalemme.
Ed e’ proprio il Talmud, radicalmente contrario alla stessa persona di Gesu’ Cristo (1), considerato un impostore e un impuro, e quindi a tutti i Cristiani (il nuovo Popolo di Israele), a loro volta considerati nemici e non ebrei, a costituire anche la separazione dell’Ebraismo Rabbinico dal Cristianesimo.
Da questa radicale opposizione al Cristianesimo, tuttavia si discostano in parte alcuni studi rabbinici riguardanti l’insegnamento di Gesu’ Cristo. Gli studi in questione sono rappresentati da due testi dovuti rispettivamente a Israel (Eugenio) Zolli (2) e Pinchas Lapide (3).
Ad illustrare quale sia il rapporto pre-esistente tra Ebraismo Rabbinico e Cristianesimo valgono i precetti del Talmud. Da cui emerge da parte rabbinica la radicale negazione di quasi ogni elemento del Depositum Fidei della Fede Cristiana.
1 – PRECETTI DEL TALMUD CONTRO IL CRISTIANESIMO
Oltre a negare la natura trinitaria di Dio (di cui la vita stessa di Gesu’ Cristo ne e’ la rivelazione), come Dio Padre, Figlio e Verbo creatore della vita, e Spirito Santo (ipostasi=terza persona), ovvero lo Spirito di Dio e Consolatore, il Talmud indica una serie di precetti riguardanti Gesu’ Cristo. Precisamente:
1.1 – GESU’ CRISTO NEL TALMUD Molti passi dei libri talmudici trattano della nascita, vita e morte di Gesù Cristo e dei suoi insegnamenti. Non sempre Gesù viene nominato con il suo nome, ma in diversi modi come “Quell’Uomo,” “Una Certa Persona,” “Il Figlio del Carpentiere,” “Colui che Fu Appeso”, ecc.
1.2 – Articolo I – SUI NOMI DI GESU’ CRISTO
Nel Talmud, Cristo viene chiamato Otho Isch- “Quell’Uomo,” cioè colui che tutti conoscono. Nel trattatello Abhodah Zarah, 6a. leggiamo: “Viene chiamato cristiano colui che segue i falsi insegnamenti di quell’uomo, che aveva loro insegnato a celebrare la festa il primo giorno del Sabato, cioè, di rendere il culto a Dio il primo giorno dopo il Sabato.”
1.3 – Articolo II – LA VITA DI CRISTO
Il Talmud, e’ pieno di disprezzo e insulti per Gesu’ Cristo.
Infatti, insegna che Gesù Cristo:
1) era un figlio illegittimo,
2) che fu concepito durante il periodo mestruale,
3) che aveva l’anima di Esaù;
4) che era un pazzo,
5) uno stregone,
6) un seduttore;
7) che egli fu crocefisso,
8) sepolto all’inferno e
9) innalzato come un idolo dai suoi seguaci.
2 – COMMENTO PARTE PRIMA
2.1 – PROBLEMI APERTI: ANALISI DEL PENSIERO RABBINICO CONTEMPORANEO
Al riguardo un problema interessante e’ quindi scoprire quale sia il pènsiero degli studiosi rabbinici contemporanei su Gesu’ Cristo.
A partire da Israel (nome cristiano Eugenio) Zolli, Rabbino Capo di Roma (e prima di Trieste!) e autore del corposo testo “Il Nazareno” pubblicato nel 1938 (1). Il testo e’ estremamente significativo in quanto Zolli, sulla base di una formidabile analisi teologico-linguistica (era professore di lingue semitiche), giunge ad identificare Gesu’ Cristo con il Messia Biblico! Zolli e’ lo stesso Rabbi famoso per la sua conversione avvenuta nel 1944 (fu successivamente battezzato da Pio XII in persona assieme alla moglie nel febbraio 1945. La loro figlia si converti’ un paio di anni dopo).
Un altro studioso rabbinico molto noto da citare e’ Pinchas Lapide, gia’ diplomatico israeliano in Italia, autore di due libri molto interessanti. Il primo “The three popes and the Jews” descrive il rapporto molto positivo degli ebrei, in particolare quelli italiani, con Pio XII, quindi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Il secondo “Il discorso della montagna” (2) in cui analizza criticamente dal punto di vista dell’ebraismo rabbinico il Discorso della Montagna di Gesu’ Cristo (MT 5-7). Lo studio di Lapide e’ anch’esso formidabile essendo basato sulla traduzione inversa in lingua ebraica del testo greco di San Matteo. Cio’ consente di apprezzare le caratteristiche tipiche (e straordinarie) del discorso originale di Gesu’ Cristo in lingua aramaica!
2.2 – DUE MOTIVAZIONI DEL PENSIERO RABBINICO
Ci proponiamo nei prossimo futuro di analizzare criticamente i contributi di questi due autori Ebrei. E’ apprezzabile che in entrambi i casi la comprensione e il riconoscimento dell’autenticita’ del messaggio di Gesu’ Cristo, nonche’ della sua intima connessione con la tradizione dell’Ebraismo Biblico. Questa analisi e’ utile, a nostro avviso, per due motivi distinti:
a) nel caso di Zolli per cercare di individuare le ragioni, peraltro gia’ evidenti, della successiva sua conversione alla fede Cattolica (avvenuta a seguito dell’apparizione miracolosa di Gesu’ Cristo, durante i riti officiati da Zolli in sinagoga a Roma per la festa dello Yom Kippur, nel settembre 1944!);
b) quello di Lapide per cercare di comprendere, invece, la sua perdurante opposizione alla fede Cristiana.
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