Continuiamo la difesa di Benedetto XVI (2-5).
In un recente articolo M. Blondet attacca insidiosamente Benedetto XVI/Joseph Ratzinger (1) sostenendo che quest’ultimo non sarebbe stato altro che un modernista e che avrebbe pervicacemente insistito fino alla morte in questo suo punto di vista.
In realta’ e’ nota la tesi che Ratzinger espone nel suo famoso libro “Introduction to Christianity” del 1968.
Il punto di vista che Ratzinger illustra – ma di cui allo stesso tempo nega la validita’ affermando che la fede deve sempre prevalere anche sulla apparente ragione, appunto, illuminista – e’ quello della filosofia dell’Illuminismo secondo la quale “la ragione, guidata appunto dalla filosofia Illuminista, prevale sulla fede”.
Infatti secondo Kant “nessuna questione (della Logica Matematica) ….(sarebbe) insolubile.
Quindi, secondo Kant, anche la fase “Dio esiste” sarebbe risolubile. Tuttavia dato che non e’ possibile misurare se Dio e’ eterno ed infinito, l’inevitabile conclusione di un illuminato sarebbe che Dio non esiste. Questa e’ la tesi del cosiddetto Ateismo Filosofico. Che Ratzinger nel suo libro del 1968 combatte e rigetta assieme alle conclusioni della filosofia dell’Illuminismo! Filosofia dell’Illuminismo che e’ invece alla base del cosiddetto Modernismo Teologico, filosofia atea cui si ispirano proprio l’anti papa Bergoglio e i suoi seguaci UNA CUM! (6,7)
Del resto Ratzinger era ben consapevole della intrinseca debolezza razionale della Filosofia Illuminista, ed addirittura della vera e propria mancanza di serie basi razionali di quest’ultima. Infatti Ratzinger era conscio che la Filosofia Illuminista teorizzata da Immanuel Kant e’ fondata sulla cosiddetta Cosmologia Newtoniana, ovvero l’idea ingenua che l’universo sia realizzato da un insieme (finito o infinito) di punti materiali che si muovono secondo una legge deterministica (8).
Pertanto le affermazioni di Ratzinger citate da M.Blondet e in particolare le seguenti
«… Il credente può vivere la sua fede unicamente e sempre librandosi sull’oceano del nulla, della tentazione e del dubbio, trovandosi assegnato il mare dell’incertezza come unico luogo possibile della sua fede … »
«È la struttura fondamentale del destino umano poter trovare la dimensione definitiva dell’esistenza unicamente in questa interminabile rivalità fra dubbio e fede, fra tentazione e certezza» (Introduzione al cristianesimo, p. 39); «Il credente sperimenterà sempre l’oscura tenebra in cui lo avvolge la contraddizione dell’incredulità, incatenandolo come in una tetra prigione da cui non è possibile evadere,…» (Introduzione al cristianesimo, p. 73). P
non devono destare meraviglia. Infatti si riferiscono al punto di vista di un seguace dell’Illuminismo (che lui combatte mettendo la fede al primo posto!), ovvero di quello che considera un tipico uomo o donna contemporanei. Quindi soggetto – quasi inconsapevolmente – al condizionamento imposto dalla Filosofia Illuminista. Filosofia che, a dispetto dei progressi straordinari della fisica, della cosmologia e della matematica, continuerebbe – secondo lui – a paradossalmente anche al giorno a permeare la societa’ contemporanea attraverso ideologie politiche e teorie pseudo-sociologiche che da esso discendono (ateismo filosofico, marxismo, idealismo, teologia della liberazione, modernismo teologico, teoria del gender LGBTQ, ideologia Woke, ecc.).
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