Riesaminiamo (in relazione anche agli articoli di A. Cionci (*) e di A.Bugnolo (**)) la questione del dilemma su Benedetto XVI Papa–Sommo Pontefice (i.e., Papa-Pontifex Maximus della Chiesa Cattolica), oppure in alternativa Papa Emerito.
Prima di tutto esaminiamo le premesse
Qual’e’ la differenza, se esiste, tra Papa Emerito e Papa–Sommo Pontefice sic et simpliciter?
LA CARICA DI PAPA, O SOMMO PONTEFICE (PONTIFEX MAXIMUS) e’ stata istituita da Gesu’ Cristo in persona tramite l’assegnazione “ad personam” (cioe’ ad una singola persona, Pietro) del cosiddetto Munus Petrinus, ovvero l’incarico di capo della Chiesa. Il Munus Petrinus comprende due aspetti, uno pratico e l’altro spirituale. Precisamente distinguiamo le funzioni seguenti (secondo la classificazione dovuta a Don S. Violi (1,7,8):
PRIMA FUNZIONE: Ministerium o Officum, ovvero l’esercizio pratico del Munus, la funzione amministrativa della Chiesa che a sua volta si distingue in agendo e loquendo;
SECONDA FUNZIONE: “Orando“, ovvero la preghiera, facente parte della parte spirituale del Munus
TERZA FUNZIONE: “Patiendo“, che fa parte anch’essa dell’aspetto spirituale del Munus. Si tratta della sofferenza della croce che ciascun fedele, e quindi in particolare il Papa, deve attuare per l’espiazione dei peccati personali, della Chiesa e di tutti i fedeli in Cristo. Si attua mediante la preghiera e tramite l’astinenza, il sacrificio personale e la sofferenza.
La funzione “Patiendo” si attua in sommo grado nelle “anime vittime“. Si tratta dell’espiazione che Gesu’ stesso chiede di attuare tramite la preghiera continua (2) per la redenzione della Chiesa, la salvezza delle anime dei defunti, la conversione e la salvezza dei viventi. La richiesta di Gesu’ e’ rivolta a tutti i fedeli, ma in particolar modo ai sacerdoti. Quindi in modo speciale al primo di essi, ovvero il Sommo Pontefice.
LA CARICA DI PAPA EMERITO non e’ invece canonica, ovvero non e’ prevista dal cosiddetto Codice di diritto canonico (3), di cui l’ultima versione e’ quella di Papa Giovanni Paolo II. Tuttavia questa carica e’ stata legittimamente istituita da Benedetto XVI nella sua stessa Declaratio (4) di dimissioni dalla carica di Papa. Da notare, infatti, al riguardo che in base all’articolo del Codice di diritto canonico ART.331 Benedetto XVI come papa e’ investito della potesta’ ordinaria, suprema, piena immediata e universale. Cio’ implica che la sua formulazione della Declaratio sia automaticamente ammissibile e corretta, anche nel caso non realizzi le condizioni per produrre pienamente la successione papale (7,7b). Vedasi anche al riguardo il testo originale della Declaratio pronunciata a viva voce dallo stesso Benedetto XVI (5) con l’indicazione di alcuni refusi corretti successivamente dalla Sala Stampa del Vaticano (6).
BENEDETTO XVI PAPA EMERITO: le sue funzioni
Quali sono dunque le funzioni di Papa Emerito, stabilite con piena autorita’, dallo stesso Benedetto XVI?
La sua carica e le sue funzioni emergono chiaramente. Tre sono gli elementi-chiave, secondo quando indicato dallo stesso Benedetto XVI:
IL PRIMO che nella stessa Declaratio Benedetto XVI dichiara di rinunciare “Ministerium“, cioe’ la funzione di amministrazione della chiesa (“ad ministerium mihi commissum bene administrandum“) e non al “Munus Petrinus“, cioe’ l’incarico riservandosi invece di mantenere le due funzioni del Munus Petrinus, precisamente quelle di “Orando” e “Patiendo“. Infatti dichiara:”Quod ad me attinet etiam in futuro vita orationi (FUNZIONE ORANDO) dedicata Sanctae Ecclesiae Dei toto ex corde (FUNZIONE PATIENDO) servire velim.“
NOTA #1: MOTIVAZIONI DELLE DIMISSIONI. Da notare al riguardo che sulla questione delle dimissioni Benedetto XVI si era gia’ pronunciato in precedenza, nel 2010, affermando che considerava non solo come possibilita’ ma addirittura come dovere morale le dimissioni nel caso specifico in cui: «…un Papa si [renda] conto con chiarezza che non è più capace, fisicamente, psicologicamente e spiritualmente, di assolvere ai doveri del suo ufficio, allora ha il diritto e, in alcune circostanze, anche l’obbligo, di dimettersi». (Ved. al riguardo il libro-intervista di Peter Seewald con Benedetto XVI «Luce del mondo», 2010).
NOTA #2: MOTIVAZIONI PER MANTENERE LE FUNZIONI ORANDO E PATIENDO DEL MUNUS PETRINUS (5a). Sulle ragioni del modus operandi di Benedetto XVI occorre osservare che la sua scelta di conservare le funzioni di Orando e Patiendo del Munus Petrinus sembra violare esplicitamente lo stesso pronunciamento istitutivo della funzione di pontefice stabilito da Gesu’ Cristo in persona (“Tu es Petrus…”). Tuttavia, sempre secondo Benedetto XVI, il Munus e’ come il sacerdozio ed e’ pertanto eterno. Pertanto il Papa, cioe’ lui stesso, non potrebbe quindi rinunziarvi! Il Munus, infatti, secondo Benedetto XVI, atterrebbe soprattutto alla responsabilita’ morale del pontefice di fronte a Dio. Cio’significa che e’ anche moralmente responsabile di fronte al popolo di Dio e che la sua autorita’ di Vicario di Cristo permane anche dopo la rinuncia al suo esercizio (ovvero la cessione dell’Officium o Ministerium).
IL SECONDO che nella stessa Declaratio (4-6) dichiara che la sua rinuncia non e’ immediata, ma posticipata. Precisamente avra’ efficacia “a die 28 februarii MMXIII, hora 20, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet“. Per cui solo dopo tale data ed ora sara’ possibile a procedere alla convocazione del “Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem” da parte da coloro a cui compete, ovvero “ab his quibus competit convocandum esse.” Questo significa che la stessa Declaratio potra’ essere successivamente (dopo la data del 11/02 e fino alla data del 28/02/2013) modificata e/o integrata da parte dello stesso Benedetto XVI.
IL TERZO che la stessa Declaratio e’ stata effettivamente integrata con dichiarazioni successive dello stesso Benedetto XVI e da parte del Vaticano. Precisamente:
a) Nell’udienza generale del 27 febbraio 2013, in cui lo stesso Benedetto XVI disse:
“Qui permettetemi di tornare ancora una volta al 19 aprile 2005. La gravità della decisione è stata proprio anche nel fatto che da quel momento in poi ero impegnato sempre e per sempre dal Signore. Sempre – chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione privata. […] Il sempre è anche un per sempre – non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera.
Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio.”
b) Nella dichiarazione di Padre Lombardi direttore della Sala Stampa Vaticana, dd. 26/02/2013: Briefing di padre Lombardi.
Benedetto XVI sarà Papa emerito, Benedetto XVI si potrà chiamare “Papa emerito o Romano Pontefice emerito”. Lo ha precisato ieri padre Federico Lombardi nel briefing con i giornalisti in Sala Stampa Vaticana. Sottolineato che il Santo Padre sta ricevendo moltissimi messaggi di auguri, gratitudine e vicinanza, da tutto il mondo. Attese in Piazza San Pietro domani, per l’udienza generale, oltre 50 mila persone. Massimiliano Menichetti: (8)
c) Congedo di Benedetto XVI a Castel Gandolfo, 28 febbraio 2013 (9). Dichiara “non sono piu’ Pontefice Sommo” anziche’ “Sommo Pontefice”. Il testo e’ stato poi modificato nella versione pubblicata dalla Sala Stampa vaticana (10). Tuttavia afferma anche:
“Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità.”
Quindi Benedetto XVI conferma, anche qui, che come Papa Emerito si dedichera’:
a) alla preghiera (FUNZIONE ORANDO)
b) con tutte le forze interiori (FUNZIONE PATIENDO) al lavoro per il bene della Chiesa e dell’umanita’.
Pertanto Benedetto XVI conferma di conservare le due funzioni Orando e Patiendo del Munus Petrinus!
La questione dei possibili errori formali della Declaratio
Una questione ulteriore, sollevata specialmente da A. Bugnolo, e’ quella relativa a possibili errori di linguaggio nel testo della Declaratio (vedasi (12) e (**)). Si tratta infatti di comprendere se i possibili errori di grammatica latina possano davvero rendere invalida, a priori, la stessa Declaratio. Occorre al riguardo rilevare, tuttavia, che dichiarazioni successive dello stesso Benedetto XVI (13,14) e di Mons. G. Gaenswein (11) sembrano escludere definitivamente questa possibilita’.
Le inevitabili implicazioni logico-razionali
A prescindere tuttavia dalla questione di possibili errori di grammatica latina, e’ possibile ugualmente dedurre le necessarie implicazioni logico-razionali. In base alle sue stesse affermazioni queste includono:
PRIMA CONCLUSIONE: BENEDETTO XVI E’ PAPA EMERITO (ovvio lo afferma lui stesso e lo conferma il Vaticano!)
SECONDA CONCLUSIONE: COME PAPA, EMERITO BENEDETTO XVI HA DECISO DI CONSERVARE LE FUNZIONI “ORANDO” E “PATIENDO” DEL MUNUS PETRINUS (lo afferma nella stessa Declaratio e lo ripete personalmente! Vedasi anche l’articolo di Mons. G. Gaenswein (11))
TERZA CONCLUSIONE: NE CONSEGUE CHE BENEDETTO XVI E’ ANCORA PAPA-SOMMO PONTEFICE! (la dimostrazione: infatti il Munus Petrinus e’ indivisibile visto che Pietro, e anche il Papa pro-tempore, e’ necessariamente uno solo! Pertanto non puo’ essere diviso ne’ tantomeno condiviso! Ma non si tratta di un errore, bensi di una scelta ben precisa e voluta, da parte di Benedetto XVI, vista la sua autorita’ esclusiva come pontefice. Quindi Benedetto XVI e’ necessariamente TUTTORA l’unico e il vero Papa-Sommo Pontefice! ERGO, JM Bergoglio e’ solo un antipapa privo della luce dello Spirito Santo, e al quale del resto – vista la sua appartenenza eretica alla massoneria – e’ anche negata la stessa luce della scienza e della coscienza!).
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