
LE AFFERMAZIONI DI BENEDETTO XVI
Nell’intervista di Andrea Tornielli del 2014 (1), Benedetto XVI aveva affermato testualmente:
«Non c’è il minimo dubbio circa la validità della mia rinuncia al MINISTERO [NDR qui si riferisce evidentemente al MINISTERIUM e non al MUNUS] petrino. Unica condizione della validità è la piena libertà della decisione. Speculazioni circa la invalidità della rinuncia sono semplicemente assurde».
D’altra parte l’anno prima, il 27 febbraio 2013, nel corso dell’ultima udienza del mercoledì, in piazza San Pietro, Benedetto XVI aveva detto (1):
«In questi ultimi mesi, ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi».
E aveva aggiunto che il suo ritirarsi, «nascosto al mondo», non significava «ritornare nel privato». «La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero – aveva detto – non revoca questo (2). Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di San Pietro».
LE MOTIVAZIONI DELLA RINUNCIA: L’ARTICOLO DEL BLOG DI MONS. GAENSWEIN/BENEDETTO XVI
Di tutt’altro tenore e’ peraltro il contenuto del successivo articolo del 19 agosto 2021 (3) [anonimo, ma attribuito allo stesso Mons. Gaenswein], dove l’autore, appunto anonimo, dell’articolo svela alcune delle presunte motivazioni circa le cosiddette “dimissioni” di PPBXVI, affermando:
1) “…altri (purtroppo) non hanno potuto (e/o voluto) apprezzare il grande dono che il Signore ci ha fatto con Benedetto XVI”
2) “Ora, però, queste persone non dicono:“ ah! Ma io “…perché con Cristo questi” giochi “non funzionano!”
3) “Ognuno (chiunque sia) si prende le sue responsabilità e ha un buon esame di coscienza!!!“
4) “Un giorno verrà chiesto loro di rispondere… e io non vorrei essere al loro posto!”
Si tratta di una critica, nemmeno velata, diretta specialmente alla gerarchia ecclesiastica di alto grado, formata da vescovi e cardinali nelle posizioni-chiave in Vaticano ed anche presso le conferenze episcopali nazionali (particolarmente in Germania, Italia, USA, Francia, Belgio, …). Precisamente quelli che:
– hanno tradito, visibilmente e ripetutamente, la fiducia di PPBXVI, sostenendo, anzi implicitamente e esplicitamente, azioni di discredito contro PPBXVI (caso cacciata Gotti Tedeschi presidente IOR attuata ad insaputa di PPBXVI, caso Vatileaks attuato per minare la credibilita’ di PPBXVI)
– hanno appoggiato/realizzato l’azione della cricca modernista/massonica contro PPBXVI, giungendo a suggerirgli pressantemente le sue dimissioni (ved. il caso notorio del card. Carlo Maria Martini, giugno 2012, un paio di mesi prima del suo ricovero in clinica e sua scomparsa, agosto 2012)
– sono giunti, incredibilmente, al punto di manifestare il loro dissenso a Benedetto XVI rifiutandogli il semplice saluto e la stretta di mano al suo arrivo all’aeroporto durante l’ultima sua visita ufficiale in Germania.
– non hanno minimamente sostenuto PPBXVI mentre veniva attaccato durante la vera guerra economica, nei confronti del Vaticano e della persona stessa di PPBXVI, attuata al fine di costringerlo alle dimissioni dalle sue “funzioni di papa” [NDR appunto il MINISTERIUM e non il MUNUS, come poi effettivamente ha fatto]. Si tratta nientemeno del boiccottaggio attuato dalla Deutchbank nei confronti dello IOR, con la conseguente drammatica e totale sospensione pagamenti elettronici Swift, e mantenuta fino a che PPBVI non si fosse dimesso. Da sottolineare che questa azione di boiccottaggio e’ probabilmente la vera causa scatenante che ha costretto alla dimissioni Benedetto XVI. Infatti il Vaticano opera di fatto, ormai da molto tempo, come una societa’ finanziaria globale, sostenendo direttamente la sussistenza economica delle diocesi in tutto il mondo. A conferma del ricatto, vale la constatazione che all’indomani delle sue dimissioni l’azione di boiccottaggio venne immediatamente a cessare, con la conseguente immediata riattivazione dei pagamenti elettronici swift (4).
CONCLUSIONI
Dalle affermazioni dello stesso Benedetto XVI, nonche’ da quelle dell’autore anonimo sopracitato emerge dunque che:
– le dimissioni di Benedetto XVI, dimissioni dal solo MINISTERIUM e non dal MUNUS, siano state date volontariamente e cio’ per il fine esclusivo del bene della chiesa. Questa scelta rientrava tra i poteri del papa regnante [consistente con i poteri papali stabiliti dal CAN.331 (5)], ma implica che Benedetto XVI abbia conservato il Munus Petrinus, almeno per quanto riguarda le due facolta’ [dello stesso Munus] dette di “orandi” e “patendi” [ved. (5)].
– tuttavia, sussiste una ulteriore possibile ragione. Si tratta dell’azione di boiccottaggio e ricatto attuata nei confronti di Benedetto XVI da parte della Deutsche Bank con il blocco dello SWIFT per la banca vaticana dello IOR. Con ciò tutti i pagamenti del Vaticano erano stati resi impossibili, con la Chiesa trattata alla stregua di uno stato-terrorista. Si trattava quindi della rovina economica, preparata simultaneamente da una violenta campagna di stampa contro lo IOR e annunci di inchieste penali (poi affossate) da parte della magistratura italiana.
Al riguardo si fanno notare due particolari rivelatori:
-le dimissioni annunciate da Benedetto XVI il giorno 11 febbraio (6) sono entrate in vigore solo dalle ore 20 del 28 febbraio 2013. Quale il possibile motivo del differimento? Il fatto di poter verificare l’avvenuta riattivazione del servizio SWIFT da parte della stessa Deutsche Bank (ed eventualmente revocare le sue dimissioni in caso negativo)!
– la riattivazione [dello SWIFT] che infatti e’ avvenuta immediatamente dopo l’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI.
Questi eventi non sembrano pertanto affatto casuali e appaiono suggerire la presenza di un vero e proprio potentissimo ricatto economico su Benedetto XVI e il Vaticano.
Indipendentemente da queste possibili ragioni, tuttavia NE SEGUE CON CHIAREZZA CHE Benedetto XVI :
1) pur avendo validamente rinunciato al MINISTERIUM (cioe’ l’esercizio pratico del Munus), ha tuttavia mantenuto la sua posizione di VICARIO DI CRISTO (6). Cio’ in quanto ha mantenuto il “MUNUS PETRINUS”, almeno per le facolta’ di dette di “orandi” e “patendi” (5);
2) con le dimissioni ha inteso dedicarsi ESCLUSIVAMENTE alla preghiera in qualita’ di Vicario di Cristo. Ha realizzato con cio’, di fatto, proprio la PREGHIERA CONTINUA (facolta’ “orandi”), compiuta in ESPIAZIONE PER LA CHIESA (facolta’ “patendi”), richiesta fatta da Gesu’ Cristo in persona tramite le rivelazioni a Sr. Maria Natalia Magdolna (8).
(3) Queste conclusioni sembrano del tutto consistenti con le recenti dichiarazioni dell’Arc. G. Gaenswein (9) in cui ha presentato un messaggio da parte di Benedetto XVI.
