Riproduzione del Salvator Mundi di L. da Vinci (1505-1515)
See also: HOW A RABBINICAL JEW ACQUIRED THE FAITH (prerequisites of the Catholic faith) (updated Jan. 07-08, 2024)
https://www.revelationvirgo.org/2024/01/07/the-prerequisites-of-the-catholic-faith-how-a-rabbinical-jew-can-acquire-the-faith-updated-01-07-2024/
PREMESSA: IL PUNTO DI PARTENZA
Non dovrebbe essere difficile, ed anzi risultare addirittura naturale, per un ebreo contemporaneo (in particolare un ebreo rabbinico che crede nel Talmud) diventare cattolico. Infatti, lo dovrebbe aiutare in questo la sua conoscenza dell’AT (la Tanakh ebraica) e particolarmente le profezie di Isaia sul Messia Biblico. Dovrebbe pero’ aggiungervi uno studio attento del Nuovo Testamento. Il percorso di conversione che ne seguirebbe sarebbe quasi inevitabile.
Probabilmente sarebbe un cammino analogo a quello occorso nel famoso caso (che ebbe risonanza internazionale, suscitando un vero e proprio “scandalo” nelle comunita’ ebraiche, in particolare quella italiana) della conversione al cattolicesimo da parte di Eugenio Zolli (Ysrael Zolli) al tempo (1945) Rabbino Capo di Roma (1938-1944) e gia’ Rabbino Capo a Trieste (1918-1938).
Conversione raccontata nel bel libro di Judith Cabaud (anche lei una convertita dall’ebraismo) dal titolo “Il Rabbino che si arrese a Cristo” (S.Paolo, 2000, sec. edizione 2012). Zolli, un ebreo nato a Brodi nell’odierna Ucraina nel 1881, nel 1904 si trasferi’ inizialmente a Vienna per studiare all’Universita’ di Vienna. Tuttavia dopo sei mesi, a causa delle persecuzioni antiebraiche che emergevano a quel tempo a Vienna, decise di proseguire i suoi studi ebraici a Firenze, all’Istituto di Alti Studi e contemporaneamente al Collegio Rabbinico diretto da S.H. Margulier. Si trova peraltro ben presto a porre in dubbio la dottrina talmudica basata sui principi logici di Maimonide. Tuttavia riesce a completare con successo gli studi rabbinici (1913).
Lo stesso anno giunge finalmente a Trieste, dove come vice-rabbino vive la prima guerra mondiale da simpatizzante della causa Italiana. Nel 1918, su raccomandazione del nuovo Commissario del Governo Italiano viene nominato Rabbino Capo di Trieste. Da questo momento diventa anche professore all’Universita’ di Padova di lingue semitiche ed ebraismo.
Mentre avvia uno studio sistematico del Nuovo Testamento, esaminando i Vangeli dal punto di vista dell’esegesi ebraico-semitica. Sua e’ la ponderosa opera “Il Nazareno” (1938) in cui illustra appunto i risultati dello studio linguistico ed etimologico.
LE TESI STRAORDINARIE DI ZOLLI
Nel suo libro illustra una serie di straordinari elementi che gia’ fanno trasparire la sua fede nascente in Gesu’:
1) i vangeli sono stati scritti da persone che parlavano Aramaico (elemento che lui deduce dal particolare costrutto delle frasi); peraltro il Vangelo di S. Giovanni, come anche l’Apocalisse, risulta scritto in un Greco raffinato (1);
2) secondo Zolli, la concordanza tra il racconto della Passione nei Vangeli e “Il Servo Sofferente” di Isaia (ivi chiamato anche “il germoglio di Iesse“), descritto otto secoli prima del suo avveramento, non lascia alcun dubbio sull’dentita’ di Colui che doveva venire e il compimento della Promesse:
-“Disprezzato, uomo dei dolori che ben conosce il patire [..]”;
– “Non ne avevamo [noi ebrei] avevano alcuna stima. Eppure egli si e’ caricato delle nostre sofferenze , si e’ addossato i nostri dolori [..]”;
-“Egli e’ stato trafitto per i nostri delitti [..]”;
-“Per le sue piaghe , noi siamo stati guariti“.
3) Per Zolli, l’identificazione del “Servo sofferente” con Gesu’Cristo non solleva piu’ alcun dubbio.
4) Come anche la sua filiazione divina. Secondo il Rabbino questa e’ evidente da quello definisce con il termine greco exousia (ἐξουσία), ovvero la potenza divina condivisa con Dio Padre. Questa potenza era necessaria per compiere miracoli, perdonare i peccati, fare di Gesu’ il Padrone del sabato, la persona di autorita’ assoluta capace di indicare il nuovo comandamento dell’amore fino al sacrificio della vita.
5) Riguardo al libro di Isaia, secondo Zolli due interpretazioni sono state avanzate nel corso dei secoli dagli studi rabbinici: secondo la prima, la figura del “Servo di Dio” fu interpretata in senso collettivo identificandolo con tutto Israele. In seguito fu interpretato come il Messia, Dio-fatto-uomo. In entrambi i casi osserva Zolli, tutti gli studiosi concordano su un punto: “l’essenza della profezia di Isaia riguarda il potere redentore della sofferenza, dottrina fondamentale per la storia dell’umanita’.”
6) il nome “nazareno” attribuito a Gesu’ e quello di “nazareni” per i primi cristiani, non sarebbe associato a Nazareth, la localita’ di nascita di Gesu’, ma dal termine aramaico “neser” o “nazareus” che significa appunto “germoglio” (allundendo al “germoglio di Iesse” citato da Isaia);
7) Gesu’ si rifa’ molto frequentemente, anche nel suo linguaggio, ai profeti dell’AT. Peraltro il suo comandamento dell’amore si discosta radicalmente dall’analogo precetto biblico (2).
Con un risultato inevitabile: la sua conversione avvenuta nel 1944 e il suo battesimo avvenuto da parte dello stesso Papa Pio XII nel 1945. All’epoca l’evento suscito’ un clamore incredibile. Al punto che Eugenio (il suo nome di battesimo ispirato a quello di Papa Pacelli) subi’ da quel momento l’ostracismo da parte dell’intera comunita’ ebraica italiana (pote’ pubblicare da quel momento solo all’estero e in lingua inglese).
Ma perche’ mai la conversione dall’ebraismo e’ cosi’ naturale da sembrare quasi inevitabile?
LA FEDE CATTOLICA NON E’ UNA RELIGIONE
La fede cattolica e’ per definizione (per lo stesso significato etimologico della parola “cattolica“) universale.
Infatti non è affatto una religione (cioè una credenza). Cio’ quanto, a differenza di qualunque altra religione – incluso l’ebraismo biblico – si fonda sulla rivelazione divina da parte di Dio stesso, incarnatosi in Gesù Cristo, il Messia. Rivelazione divina, la quale – si badi bene – essendo portata da Dio stesso e’ la sola possibile. Infatti il trascendente e Dio stesso non sarebbero, altrimenti, direttamente accessibili alla mente umana. Si tratta tuttavia dello stesso Messia biblico, letteralmente “l’unto del Signore”, il salvatore promesso al popolo ebraico per dar vita alla nuova alleanza con Dio e iniziare il regno di Dio – il regno della giustizia e dell’amore in presenza di Dio – sino alla fine del mondo. Cio’ significa che la fede cattolica ha come punto di partenza, e prerequisito necessario, la stessa fede dell’Ebraismo biblico!
COME ACQUISTARE LA FEDE CATTOLICA
Per questo, ovvero per poter raggiungere la fede cattolica, due ulteriori prerequisiti essenziali sono rispettivamente i seguenti:
– conoscere le profezie sul Messia (in totale piu’ di 330 profezie) contenute nell’Antico Testamento, il Pentateuco o la Torah degli Ebrei, con i cinque libri della Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio.
– conoscere il Vangelo, letteralmente “il buon annunzio”, o “la buona novella” rivelato da Gesu’ Cristo (contenuto nel Nuovo Testamento, composto da 27 scritti e costituito dai quattro Vangeli canonici di Matteo, Marco, Luca, Giovanni, gli Atti degli Apostoli, le Tredici Lettere di San Paolo, la Lettera agli Ebrei, sette lettere chiamate “Epistole Cattoliche” e l’Apocalisse).
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