1 – Ucraina: Metsola, chiediamo tribunale internazionale speciale per crimini di guerra
Praga, 07 ott 11:44 – (Agenzia Nova) – La nostra spinta per la pace deve essere accompagnata da una spinta per la giustizia. Lo ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, nel suo discorso di apertura al Consiglio europeo informale di Praga. “Una spinta verso la responsabilità per numerosi e documentati crimini di guerra commessi sul suolo europeo. È tempo per tutti noi di sostenere un tribunale internazionale speciale che chieda conto a tutti i responsabili dei loro crimini”, ha detto. Questo è importante per tutte le famiglie distrutte e le vite spezzate, per richiamare una parvenza di giustizia e come monito al mondo che questi crimini non potranno mai essere commessi impunemente”, ha aggiunto. (Rep)
2 – L’Ue si ingegni per processare Vladimir Putin
di Marco Perduca, 20 Ottobre 2022 alle 10:14
La proposta dei tre ministri baltici è quella di istituire “un tribunale speciale”. L’Europa, insieme ai partner, sia al centro di questo sforzo per integrare il ruolo della Corte penale internazionale
Fin dall’inizio del conflitto, Kiev ha chiesto la creazione di una giurisdizione speciale per giudicare i crimini russi in Ucraina e i responsabili militari e politici, è di queste ore la notizia che le tre ex repubbliche sovietiche del Baltico si sono riunite per capire come dare seguito alla richiesta. Al termine del loro incontro i ministri degli Esteri di Estonia, Lettonia e Lituania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta chiedendo l’istituzione di un tribunale speciale per i crimini di aggressione della Russia contro l’Ucraina. L’incontro si è tenuto prima del Consiglio Affari esteri dell’UE che non pare averlo recepito ufficialmente.
Le parti centrali della dichiarazione ricordano che “l’ordine internazionale basato sulle regole, che tutti ci sforziamo di difendere, non può sopravvivere se c’è impunità per gli atti che lo violano più palesemente: genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità e crimine di aggressione […] Mentre il brutale assalto della Russia contro l’Ucraina continua, l’UE deve agire per garantire che la ricerca di giustizia e responsabilità per gli orribili crimini commessi dalla Russia in Ucraina sia al centro della nostra politica”.
Per questi motivi occorre “portare l’aggressione e i crimini di guerra della Russia davanti a un tribunale internazionale deve diventare una posizione comune dell’Unione europea” ha affermato il ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu “ho intenzione di sollevare la questione oggi al Consiglio Affari esteri” – Reinsalu è uno dei più risoluti accusatori pubblici di Putin. All’inizio di ottobre sempre lui aveva scritto all’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell e ai miei colleghi dell’UE per perorare la causa del processo internazionale.
3 – I leader russi verranno messi alla sbarra per i crimini di guerra commessi in Ucraina?
La Corte penale internazionale ha aperto un’indagine sull’invasione dell’Ucraina su richiesta di 39 Stati membri, tra cui la Svizzera. Anche altri tribunali stanno indagando su presunti crimini di guerra commessi dall’esercito russo. Ma sarà possibile incriminare i leader russi e farli comparire in tribunale?Questo contenuto è stato pubblicato il 14 marzo 2022 – 13:2314 marzo 2022 – 13:23Julia CrawfordAltre lingue: 9
La Corte penale internazionale (CPI) è l’unica corte che può incriminare Vladimir Putin. Di recente, presso la Corte internazionale di giustizia (CIG) con sede all’Aja, nei Paesi Bassi, è iniziata un’udienza sul ricorso presentato dall’Ucraina sulle ragioni addotte da Mosca per giustificare l’invasione russa. Inoltre, a seguito di un ricorso del governo ucraino, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha emesso un provvedimento cautelare.
Sergey Vasiliev, esperto russo-olandese di diritto penale internazionale all’Università di Amsterdam, indica che l’Ucraina ha agito in maniera molto rapida in quella che viene definita “la guerra giuridica” dopo l’invasione russa. “Una tempistica favorita probabilmente anche dalla presenza di avvocati internazionali, che lavorano nei bunker in Ucraina con l’aiuto della diaspora”, dice Vasiliev a swissinfo.ch.
“Sembra che la Russia se ne infischi del diritto internazionale.”
Marco Sassoli, professore di diritto internazionale, Università di GinevraEnd of insertion
Ma quanto ci vorrà per vedere azioni concrete? Prima di tutto questi procedimenti giudiziari richiedono tempo. Il 7 marzo, presso la CIG è iniziata la prima udienzaLink esterno durante la quale l’Ucraina ha accusato la Russia di aver deliberatamente violato la Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio del 1948. Kiev sostiene che Mosca ha accusato l’Ucraina di genocidio contro i russi nella regione separatista del Donbass, un’accusa che le è servita per giustificare l’invasione. Gli avvocati russi non si sono però presentati in aula.
Ci vorranno forse anni prima di giungere a una sentenza. Cecily Rose, esperta della Corte internazionale di giustizia presso l’Università di Leida, nei Paesi Bassi, afferma che la corte potrebbe prendere prossimamente una decisione con “misure cautelari” volte a fermare l’invasione russa.
Ma la Russia rispetterà la decisione della CIG? Marco Sassoli, professore di diritto internazionale presso l’Università di Ginevra, è pessimista. “Sembra che la Russia se ne infischi del diritto internazionale”, dice. Sassoli ritiene però importante che la giustizia faccia il suo corso per evitare che “tra un po’ i revisionisti possano affermare che Putin aveva ragione”. Anche Rose non crede che tale misura possa fermare la macchina militare russa. Ritiene però che potrebbe forse essere importante in caso di cessate il fuoco o nei negoziati di pace.
Anche la Corte europea dei diritti umaniLink esterno ha emesso provvedimenti provvisori che chiedono alla Russia di “astenersi da attacchi militari contro civili e installazioni civili” e da altre violazioni del diritto umanitario internazionale.
I compiti dei vari tribunali: La CPI apre un’indagine
Né la Russia né l’Ucraina sono membri della Corte penale internazionale. L’Ucraina ha accettato però la sua giurisdizione dopo l’annessione russa della Crimea nel 2014. La corte può perseguire persone singole per genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Nel 2017, la CIPI ha introdotto il crimine di aggressione, ma un’azione penale può essere promossa solo a condizioni restrittive. Può perseguire questo crimine solo se entrambi gli Stati interessati sono membri o in caso di rinvio da parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU, in cui la Russia ha diritto di veto. In sintesi, la CPI può perseguire i leader russi solo per gli altri crimini.
Marco Sassoli ricorda che Putin è chiaramente colpevole di aggressione nei confronti dell’Ucraina, ma i crimini di guerra sono molto più difficili da dimostrare in quanto bisogna provare un legame diretto tra l’individuo e l’uccisione di civili. In questa guerra sarà ancora più difficile visto che il governo ucraino ha invitato la popolazione a produrre esplosivi fatti in casa. E se un civile lancia una bomba Molotov contro un soldato russo, quest’ultimo ha il diritto di difendersi poiché la persona è un obiettivo legittimo secondo il diritto internazionale umanitario (DIU). Inoltre, l’Ucraina ha violato proprio il DIU facendo sfilare i prigionieri di guerra russiLink esterno sui media sociali.
Ci sono resoconti e rapporti in cui si segnalano attacchi russi a edifici abitati da civili, usando armi proibite o lanciando bombe intorno agli impianti nucleari con il rischio di causare una catastrofe di enormi proporzioni. Inoltre, ci sono state accuse di stupro da parte di soldati russi. E anche i rifugiati ucraini, al momento sono circa due milioni, hanno sicuramente le loro storie da raccontare, anche ai tribunali, fatte di terrore e morte.
Stando a Vasiliev, la CPI si è mossa a un ritmo “tartarughesco” rispetto ai presunti crimini commessi in Ucraina. Ha aperto un “esame preliminare” nel 2014, ma non è una sua priorità. Il 28 febbraio, il procuratore della CPI Karim ha annunciato il lancio di un’indagine, affermando in una nota che “ci sono basi ragionevoli per credere che presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità siano stati commessi in Ucraina” e che l’inchiesta potrebbe interessare tutto il Paese. Khan ha chiesto anche più risorse, ricordando l’importanza e l’urgenza della missione.
Altri sviluppi
Secondo Vasiliev, la CPI ha già inviato i primi investigatori nella regione, anche se non è chiaro se si trovino nel Paese in conflitto o negli Stati limitrofi, come la Polonia dove si sono rifugiati i profughi ucraini. Dal canto suo, Sassoli dice che potrebbe essere un’occasione per la CPI di aumentare la sua credibilità, ma che quest’ultima deve essere anche molto cauta. Il rischio è che venga accusata di usare due pesi e due misure e di agire sotto la pressione delle potenze occidentali se in Ucraina dovesse agire rapidamente, mentre per i presunti crimini di guerra commessi a Gaza, in Afghanistan o in Georgia si procede con estrema lentezza.
Putin potrebbe venire arrestato?
Alla domanda se la CPI può emettere un mandato d’arresto per il presidente russo Vladimir Putin, Sassoli dice che in passato la corte è stata piuttosto coraggiosa, ad esempio quando ha indagato sui presunti crimini commessi dagli Stati Uniti e dalle forze alleate in AfghanistanLink esterno. Il professore dell’Università di Ginevra sostiene però che sarà più facile incriminare le “povere reclute russe” alle quali, a quanto pare, la propaganda russa ha inculcato nella testa che andavano a combattere per evitare un genocidio in Ucraina.
Sergey Vasiliev non esclude la possibilità che la CPI emetta un mandato di arresto per Putin, ma in segreto per evitare di peggiorare la situazione sul terreno. L’esperto ricorda anche un altro problema, ossia che il presidente russo gode dell’immunità diplomatica e che la CPI non può emettere una richiesta di arresto agli Stati membri. La CPI non ha forze di polizia e per questo motivo deve affidarsi agli Stati membri.
Putin non rischierebbe probabilmente nulla se dovesse ritornare a Ginevra per partecipare ai colloqui di pace. Stando a Vasiliev, Putin potrà essere chiamato in giudizio solo se costretto a dimettersi o se lascerà la presidenza russa.Contenuto esterno
Giurisdizione universale e commissioni d’inchiesta
In futuro, Putin e il suo entourage dovranno forse guardarsi di intraprendere dei viaggi all’estero a causa del principio della “giustizia universaleLink esterno“. Molti Stati, tra cui anche la Svizzera, hanno integrato questo principio nelle loro legislazioni e possono arrestare le persone sospettate di aver perpetrato crimini internazionali, quali genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, sul loro territorio e processarle in tribunali nazionali. I Paesi Bassi hanno inserito anche il crimine dell’aggressione in questo principio.
Sassoli dice che gli oligarchi russi non si sentono forse più tanto sicuri a viaggiare in alcuni Paesi, a mandare i figli in scuole svizzere o a trascorrere le vacanze nei comprensori sciistici elvetici. Potrebbero temere di essere arrestati. Al momento è difficile sapere come andrà a finire, di sicuro però questa situazione aumenta la pressione su Putin.
Intanto, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, riunitosi a Ginevra, ha accettato di istituire una commissioneLink esterno per indagare sulle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale commesse durante l’attacco militare della Russia all’Ucraina. La commissione ha un mandato che include l’indagine e l’identificazione di “persone e entità” e di raccogliere le prove in vista di “procedimenti penali futuri”. La Corte dei diritti umani non è un tribunale, ma potrebbe sostenere i processi e raccogliere materiale probatorio. L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa sta a sua volta svolgendo delle indagini.
Visto che la CPI ha risorse sufficienti per occuparsi solo dei casi più importanti, Vasiliev ritiene che ci si dovrà concentrare sui crimini commessi in Ucraina. “I responsabili delle indagini dovrebbero unire le forze e raccogliere ed elaborare le prove dei cimini principali commessi in Ucraina”, ha scritto l’esperto in un recente post, ricordando infine che “le mole della giustizia ruotano lentamente, ma che almeno sono in movimento. Non dev’essere di conforto, ma un appello a darsi una mossa”.