
Ecco la fortissima critica di Mons Antonio Livi contro tutti i papi post CV2 (non ne risparmia nessuno!). Inclusa quella tremenda a GV23 di tentare di conciliare l’inconciliabile, senza mai esprimere una condanna di quanto contraddice il Depositum Fidei. Il documento Nostra Aetate fu concepito in consultazione con la massoneria ebraica per cancellare la missione verso gli ebrei.
Continuando con l’eresia di Lutero. Infatti con Paolo VI i luterani parteciparono alla stesura del Novus Ordo!
Si tratta di veri e propri errori dottrinali.
Tuttavia, la differenza con Bergoglio resta enorme. Infatti, al contrario di Bergoglio la cui molteplice e quotidiana eresia e’ conclamata (ovvero manifesta e incontrovertibile viste le prove inoppugnabili che sono a disposizione nei media), la Dottrina del Depositum Fidei non viene mai esplicitamente negata. IL PROBLEMA e’ che questi papi nella prassi – al fine “politico” di evitare possibili conflitti – non condannano esplicitamente l’eresia.
UN ESEMPIO: IL CASO DI GIOVANNI PAOLO II
“Oggi vengo io a voi, all’eredità spirituale di Martin Lutero; vengo da pellegrino … Riflettendo sulla “confessio augustana”, e attraverso numerosi contatti, ci siamo nuovamente resi conto che noi crediamo e professiamo insieme tutto ciò” (Giovanni Paolo II al Consiglio della Chiesa Evangelica, Magonza, 17 novembre 1980)
IL CASO DI BENEDETTO XVI
Secondo Mons. Livi, Benedetto XVI e’ in parte un’eccezione. Il suo giudizio su Lutero espresso nella sua visita a Erfurth (settembre 2011) resta infatti fortemente critico (1). Tuttavia PPBXVI arrivo’ nella stessa occasione a concelebrare con i luterani in Germania.
COMMENTO
Non c’e’ dubbio: tutti i papi dopo CV2, incluso GV23 che l’ha promosso, hanno delle gravi responsabilita’. Questa uscita di GP2 su Lutero non fa eccezione quanto ad assurdita’ eretica. Della teologia di Lutero (anticristica e quindi eretica) non c’e’ proprio nulla da condividere, visto anche che lui sta nel profondo dell’inferno!
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(1) Le parole pronunciate da Benedetto XVI durante il viaggio a Erfurt nel 2011: «La fede, vissuta a partire dell’intimo di se stessi, in un mondo secolarizzato, è la forza ecumenica più forte che ci ricongiunge». Tuttavia affermo anche “Per Lutero la teologia non era una questione accademica, ma la lotta interiore con se stesso, e questo, poi, era una lotta riguardo a Dio e con Dio”.