
Viene il sospetto che la famosa omelia “pro eligendo pontefice” del Card. Ratzinger (18 aprile 2005), sia in realta’ una risposta alla notoria dichiarazione “pro relativismo” di Bergoglio del giorno 3 aprile 2005 discussa nella prima parte (vedasi (1)).
L’INVETTIVA CONTRO IL RELATIVISMO DEL CARD. JOSEPH RATZINGER
Ecco il testo della famosa omelia “pro eligendo pontefice” del Card. Ratzinger (18 aprile 2005).
Basandosi sul brano di Ef 4,11-16, egli fece notare che «avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi trasportare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni». Il rovescio della medaglia di questa «fede chiara» porta a uno stato in cui «si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie».
Il Cardinale parla dunque di una «dittatura del relativismo» centrata sull’«io» e sui suoi «desideri»[2]. Per soddisfare questi desideri e per permettere che l’«io» rimanga al centro occorre trovare una «ideologia» di sostegno, arrivando così a lasciarsi trascinare dalle «correnti ideologiche» e dalle «opinioni alla moda». E Ratzinger lamenta che la fedeltà al deposito della fede sia tacciata di «fondamentalismo».
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