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Il fatto che le anime elette in Paradiso non possano, di norma, recitare il Rosario (1) e’ un fatto noto. Infatti nel Paradiso le anime beate non hanno restrizioni e sono ammesse a godere di ogni luogo, ma tuttavia la preghiera del Rosario recitata da loro non avrebbe senso. E’ un argomento usato proprio dai teologi per escludere una miriade di rivelazioni che percio’ vengono ritenute false.
La spiegazione e’ molto semplice: un’anima eletta non potrebbe mai pronunciare la parte del Padre Nostro che dice “et ne nos indúcas in tentatiónem” in quanto in Paradiso le anime non sono soggette a tentazioni. Similmente per la frase dell’Ave Maria che recita “ora pro nobis peccatóribus, nunc et in hora mortis nostræ“, cio’ in quanto le anime elette vivono per l’eternita!
Fanno eccezione due possibili casi, ovvero che il rosario venga recitato da parte dell’anima eletta per uno dei seguenti motivi:
1) per insegnare a un vivente, cioe’ uno di noi, a pregare il Rosario, o in alternativa per accompagnarci nella preghiera del Rosario. Cio’ significa che lo stesso vivente dovrebbe lui stesso pregare assieme all’eletto. Sarebbe evidentemente un evento miracoloso in quanto la persona vivente dovrebbe poter non soltanto udire ma anche condividere e partecipare alla preghiera e poterne comprendere l’intento mistico/educativo!
2) la preghiera fosse fatta da parte di un eletto ad esclusivo beneficio dei viventi (cioe’ prima della loro morte): in questo caso il Rosario dovrebbe essere preceduto da una meditazione che metta bene in chiaro questa intenzione!
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(1) S. Domenico e’ autore e propagatore del rosario e organizzatore delle confraternite.