DALL’OMELIA DI DON ENRICO RONCAGLIA (*)
Philipp 4:4-9
Fratelli: State sempre lieti nel Signore, lo ripeto, state allegri.
Matt 18:1-5
«In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli. Chi dunque si farà piccolo come questo fanciullo, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie nel mio nome un fanciullo come questo, accoglie me».
Oggi e’ la festa di San Giovanni Bosco, meglio noto come don Bosco (Castelnuovo d’Asti, 16 agosto 1815 – Torino, 31 gennaio 1888), fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. E’ stato il santo dei giovani, soprattutto dei ragazzi di strada abbandonati, dei poveri e dei carcerati. Si e’ occupato degli ultimi della societa’, specialmente nella citta di Torino e nel circondario.
La sua vocazione nasce dall’infanzia. Si ricorda al riguardo un sogno premonitore che Don Bosco amava raccontare (1) e che ebbe da bambino quando aveva nove anni. Nel sogno Gesu’ lo esortava ad avere un atteggiamento paziente verso i giovani per poter trasmettere loro la fede attraverso la pazienza, l’amore paterno, l’allegria, il gioco e lo sport. Ma soprattutto invocando la protezione della BVM. Nello stesso sogno vide che in tal modo i giovani acquistavano equilibrio, serenita, gioa e soprattutto la fede!
In questo sogno sta tutto il programma di vita di San Giovanni Bosco.
Durante la prima industrializzazione, infatti, una larga parte della societa’ piemontese soffriva l’abbandono, la poverta e la delinquenza. I genitori dei ragazzi, infatti, lavoravano come operai e lasciavano abbandonati i loro figli a vagare nelle strade di Torino e del circondario industriale, durante tutta la settimana lavorativa. Molti di questi giovani avevano un lavoro saltuario, precario e mal pagato, per cui non avevano una cultura ed erano analfabeti. Lo sfruttamento del lavoro giovanile era divenuto una piaga della societa’ torinese e piemontese.
San Giovanni Bosco fu per questi ragazzi un padre che li accolse con amore nel suo primo oratorio salesiano, situato nel quartiere torinese di Valdocco. Nell’oratorio forniva loro un pasto caldo quotidiano, dando loro la possibilita’ di aggregazione e di gioco. Ma oltre a cio’ insegnava loro la virtu’ della vita cristiana, facendoli crescere e maturare sia dal punto di vista umano che cristiano.
La sua opera fu veramente straordinaria, una vera provvidenza di Dio! l suo animo era quello di una persona semplice, di una persona completamente confidente nella protezione e nella provvidenza di Dio. Le opere straordinarie da lui realizzate, con la diffusione delle congregazioni dei salesiani e delle figlie di Maria Ausiliatrice non solo in Piemonte (ancora oggi molte famiglie Torinesi mandano i propri figli negli oratori salesiani) ma anche in tutto il mondo, non si possono spiegare se non come un segno miracoloso della Provvidenza!
L’altra sua caratteristica era la gioia e l’allegria che trasmetteva ai giovani suoi protetti. Infatti aveva ben compreso una verita’ fondamentale: che cioe’ il peccato genera tristezza, sofferenza e schiavitu’, umiliando e deprimendo la persona! Mentre invece la vita nella virtu’, nella grazia di Dio e sotto la protezione del manto di Maria Santissima generano serenita’ gioia, allegria ed entusiasmo per la vita stessa!
Impariamo anche noi in quest’epoca difficile la lezione, lo spirito, la fede e l’entusiasmo positivo di San Giovanni Bosco!
Sia lodato Gesu’ Cristo! Sempre sia lodato!
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(*) Questo commento e’ scritto in tempo reale durante l’omelia. Mi scuso per l’eventuale misinterpretazione delle parole di Don Enrico.
(1) IL SOGNO PREMONITORE «A nove anni ho fatto un sogno» raccontava e «Mi pareva di essere vicino a casa, in un cortile molto vasto, dove si divertiva una gran quantità di ragazzi. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. Al sentire le bestemmie mi slanciai in mezzo a loro. Cercai di farli tacere usando pugni e parole.In quel momento apparve un uomo maestoso, vestito nobilmente. Un manto bianco gli copriva tutta la persona. La sua faccia era così luminosa che non riuscivo a fissarla. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di mettermi a capo di quei ragazzi. Aggiunse: «Dovrai farteli amici non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità. Su, parla, spiegagli che il peccato è una cosa cattiva e che l’amicizia con il Signore è un bene prezioso». Confuso e spaventato risposi che io ero un ragazzo povero e ignorante, che non ero capace di parlare di religione a quei monelli. In quel momento i ragazzi cessarono le risse, gli schiamazzi e le bestemmie e si raccolsero tutti intorno a colui che parlava..»
FROM THE HOMILY BY DON ENRICO RONCAGLIA (**)
Philipp 4: 4-9 Brothers: Rejoice in the Lord always, I repeat, rejoice.
Matt 18: 1-5 «Truly I tell you: if you do not convert and become like children, you will not enter the kingdom of heaven. So whoever humbles himself like this child is the greatest in the kingdom of heaven. And whoever welcomes in my name a child like this welcomes me ».
Today is the feast of St. John Bosco, better known as Don Bosco (Castelnuovo d’Asti, 16 August 1815 – Turin, 31 January 1888), founder of the congregations of the Salesians and of the Daughters of Mary Help of Christians. He was the saint of young people, especially of abandoned street children, the poor and prisoners.
He dealt with the last of the club, especially in the city of Turin and the surrounding area. His vocation was born from childhood.
In this regard, we recall a premonitory dream that Don Bosco loved to tell (1) and which he had as a child when he was nine years old. In the dream, Jesus urged him to have a patient attitude towards young people in order to be able to transmit faith to them through patience, fatherly love, joy, play and sport. But above all by invoking the protection of the BVM. In the same dream he saw that in this way the young people acquired balance, serenity, joy and above all faith! The whole program of life of St. John Bosco is in this dream.
During the first industrialization, in fact, a large part of Piedmontese society suffered from abandonment, poverty and delinquency. The parents of the boys, in fact, worked as workers and left their children abandoned to wander in the streets of Turin and the industrial district, during the whole working week. Many of these young people had occasional, precarious and poorly paid jobs, so they had no culture and were illiterate. The exploitation of youth work had become a scourge of Turin and Piedmontese society.Praised be Jesus Christ! Always be praised!
St. John Bosco was a father for these boys who welcomed them with love in his first Salesian oratory, located in the Turin district of Valdocco. In the oratory he provided them with a daily hot meal, giving them the opportunity to get together and play.
But in addition to this he taught them the virtue of the Christian life, making them grow and mature both from a human and a Christian point of view. His work was truly extraordinary, a true providence of God! his soul was that of a simple person, a person completely confident in the protection and providence of God.
The extraordinary works he carried out, with the spread of the congregations of the Salesians and the daughters of Mary Help of Christians not only in Piedmont (still today many Turin families send their children to Salesian oratories) but also all over the world, they can only be explained as a miraculous sign of Providence! His other characteristic was the joy and happiness that he transmitted to his young proteges.
In fact, he understood a fundamental truth: that sin generates sadness, suffering and slavery, humiliating and depressing the person! While, on the other hand, life in virtue, in the grace of God and under the protection of the mantle of Maria Santissina generates serenity, joy, happiness and enthusiasm for life itself! Let us also learn the lesson, the spirit, the faith and the positive enthusiasm of St. John Bosco in this difficult time!
Praised be Jesus Christ! Always be praised!
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(*) This comment is written in real time during the homily. I apologize for any misinterpretation of Don Enrico’s words
(1) THE FORETELLING DREAM «When I was nine I had a dream» he said and «I felt like I was close to home, in a very large courtyard, where a large number of boys were amused. Some laughed, others played, not a few swore. Upon hearing the blasphemies, I rushed into their midst. I tried to silence them by using punches and words, and at that moment a stately man appeared, nobly dressed. A white mantle covered his whole person. Her face was so bright that I couldn’t look at it. He called me by name and ordered me to put myself in charge of those boys. He added: «You will have to make them friends not with blows, but with meekness and charity. Come on, talk, explain to him that sin is a bad thing and that friendship with the Lord is a precious good “. Confused and frightened, I replied that I was a poor and ignorant boy, that I was unable to talk to those urchins about religion. At that moment the boys stopped the fights, the shouting and the swearing and all gathered around the one who was speaking .. “