Immacolata Concezione, da Duns Scoto la giustificazione. Sebbene sia dogma della Chiesa, resta ancora da studiare attentamente la sua spiegazione.

Il dogma dell’Immacolata Concezione fu solennemente proclamato dal beato Pio IX l’8 dicembre 1854, dopo secoli di devozione popolare, dispute e approfondimenti teologici. Fondamentale si rivelò il contributo del francescano Duns Scoto (†1308). Tuttavia restano da esaminare criticamente alcune sue considerazioni teologiche (1).

LA GIUSTIFICAZIONE DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DI DUNS SCOTO: LA REDENZIONE PREVENTIVA

L’idea di Duns Scoto e’ che la BVM, all’atto del suo concepimento, fu preservata dal peccato originale in quanto futura Madre di Dio. In cio’ fu oggetto di una “redenzione preventiva” da parte di Gesu’, il Redentore, redenzione avvenuta fuori dal tempo in quanto l’anima e’ spirituale. Cio’ supera l’idea (2) che tutti gli uomini siano come tali caratterizzati dal peccato originale a motivo fatto che la redenzione di Cristo, dovendo essere necessariamente universale, debba applicarsi a tutti gli esseri umani discendenti di Adamo ed Eva. Nel caso della BVM questo avviene in forma preventiva, proprio tramite l’attribuzione a lei da parte di Dio stesso di tutte le grazie (grazie di cui essa stessa e’ anche mediatrice).

LA RIBELLIONE DI SATANA CAUSATA DAL CONCEPIMENTO DI MARIA “PIENA DI GRAZIA E REGINA DEL CIELO E DELLA TERRA”

L’idea di Scoto e’ consistente anche con l’idea che la ribellione di satana e dei suoi seguaci tra gli angeli sia dovuta proprio al concepimento di Maria come creatura umana “piena di grazia” e pertanto destinata ad essere Regina del cielo (ovvero degli angeli) e della terra (degli uomini). Per questo motivo, pur essendo tentata da Satana, Maria e’ esente da qualunque peccato e pertanto nella profezia biblica Maria puo’ essere identificata con la Donna che schiaccia la testa al serpente (Satana) in quanto vince tutte le sue tentazioni.

PECCATO ORIGINALE E LIBERO ARBITRIO

Da notare che nel Cristianesimo il peccato e’, di norma (i.e.,salvo il peccato originale), puramente responsabilita’ individuale. Questo realizza il cosiddetto Principio di responsabilita’ individuale. Questo stesso principio e’ conseguenza del libero arbitrio (la facolta’ di discernere il bene dal male) concesso da Dio ad Adamo ed Eva (oltreche’ agli angeli). Ma quali sono le conseguenze del peccato originale da loro commesso? La prima e’ che, dopo essere stati tentati dal serpente (satana), aver commesso il peccato originale (peccato originale originante, Rahner, Genesi 3, 1-13), Adamo ed Eva hanno subito la conseguente cacciata  dal Paradiso terrestre (Genesi 3,22-24). Tuttavia c’e’ un’alteriore conseguenza: il peccato di Adamo ed Eva e’ ricaduto su tutti i loro discendenti, non soltanto per la cacciata dal Paradiso terrestre, ma anche perche’ sin dalla loro nascita tutti costoro portano – con la sola eccezione della Madonna – la colpa del peccato originale (peccato originale originato, Rahner) ma anche una innata la tendenza al male.  Cio’ significa che nei discendenti di Adamo ed Eva, la privazione della grazia dovuta al peccato originale (originato) impedisce loro di usare correttamente il libero arbitrio.

UNA CONSEGUENZA DEL PECCATO ORIGINALE: IL “SENO DI ABRAMO”

Oltre alla cacciata definitiva dal Paradiso Terrestre, il peccato originale ha un’altra importante conseguenza che emerge chiaramente dall’Antico Testamento (la Torah ebraica). Infatti, a causa del peccato originale l’accesso al Paradiso, ovvero la possibilita’ da parte delle anime dei defunti di accedere alla presenza di Dio “faccia a faccia” (1Corinzi, 13:12), e’ preclusa.

Questo fatto e’ ben noto nell’Ebraismo Biblico (ovvero l’ebraismo dei Farisei basato sulla Torah ed esistente anche al tempo di Cristo). Infatti nell’AT il luogo dei trapassati veniva denominato con l’espressione “nel seno di Abramo.” Il concetto si trova chiaramente espresso, per esempio, nella Apocalisse di Sofonia e nel Quarto libro dei Maccabei (13:17), mentre anche nel Vangelo se ne trova una chiara menzione nella Parabola di Lazzaro e il ricco Epulone (Luca 16:19-31).

LA PROMESSA DEL MESSIA

Per questo Dio promette loro (ad Adamo ed Eva e ai loro discendenti) l’invio del Messia. La promessa di salvezza, diretta a tutti coloro che accoglieranno il Messia e ne saranno pertanto “i salvati“, si realizza dunque in particolare: 1) Nell’espiazione/perdono del peccato originale originato attuato dal sacrificio del Messia medesimo. 2) Nell’apertura di una via di salvezza (accesso al Paradiso) da parte dello stesso Messia per tutti i salvati, ovvero per poter permettere alle anime salvate di incontrare Dio e di vederne “il volto di Dio” essendone “faccia a faccia“. 3) Nell’accesso al paradiso da parte di tutti gli eletti del popolo di Israele che fino a quel momento erano stati “nel seno di Abramo“, in quanto preclusi dal Paradiso.

In Genesi 3:15, nella prima promessa di un Salvatore fatta ad Adamo ed Eva subito dopo il peccato, il Messia futuro viene semplicemente definito come “progenie della donna” (la Madonna) che schiaccerà il capo al serpente (Satana) e lo vincerà, venendo da lui però ferito al calcagno (il Diavolo avrebbe provocato la morte del Salvatore). 

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(1) https://lanuovabq.it/it/immacolata-concezione-da-duns-scoto-la-spiegazione-decisiva?fbclid=IwAR3DgQzEcasW6moBjzhYzzOGSVtxeL0VnmOYWRJY8tMeyyOpB1YulK6uhrA

(2) Questa era anche l’idea espressa da S. Agostino e da San Tommaso d’Aquino, secondo cui la Madonna fosse stata santificata mentre si trovava nel grembo di sua madre, oppure alla nascita, ma in ogni caso dopo essere stata segnata dal peccato originale all’atto del suo concepimento.