PREMESSA
Anche a Trieste la seconda guerra mondiale e’ stata tremenda. Questo specialmente perche’ a partire dal settembre 1943 per decisione diretta di Hitler fu annessa di fatto al territorio tedesco venendo a dipendere dal gauleiter di Carinzia Friedrich Rainer, nominato per l’occasione commissario supremo del Litorale Adriatico. Cio’ significava che i giovani di leva potevano essere richiamati nell’esercito tedesco. Moltissimi furono i giovani che per questo finirono nei campi di lavoro e/o sterminio tedeschi.
IL 25 APRILE 1945 a Trieste non fu una giornata particolare. Le forze militari tedesche controllavano ancora Trieste. Infatti non intendevano arrendersi alle truppe jugoslave che Tito aveva inviato in tutta fretta verso Trieste cercando di impossessarsene.
1 MAGGIO 1945: OCCUPAZIONE DI TRIESTE DA PARTE DELL’ESERCITO JUGOSLAVO (X CORPUS DI TITO)
Mentre i tedeschi restavano asserragliati in alcuni punti strategici (il castello di San Giusto e il tribunale), il 30 aprile i partigiani italiani avevano occupato i punti nevralgici di Trieste. Nel frattempo le truppe del X Corpus di Tito arrivate a tappe forzare entrarono anch’esse in citta’, occupandola durante la giornata del 1 maggio e dando cosi’ inizio ad un feroce regime d’occupazione che durò sino all’11 giugno. Gli occupanti attuarono immediatamente provvedimenti che preludevano ad un’annessione della città e della regione, ordinando anche il cambio ovunque dei simboli di sovranità. La prima azione fu quella disarmare e privare di ogni controllo i partigiani italiani. La loro occupazione non era limitata a Trieste, ma estesa a tutta la regione sino all’Isonzo;
2 MAGGIO: ARRIVO DELLE TRUPPE NEOZELANDESI (SECONDA DIVISIONE)
Tuttavia, contemporaneamente, nel tardo pomeriggio del 1º maggio le truppe britanniche erano arrivate sll’Isonzo e trovarono la cittadina di Monfalcine già occupata dagli jugoslavi, che tentarono di dissuadere i neozelandesi dal proseguire. Invece, dopo qualche incertezza Freyberg ordinò alla 9ª brigata, agli ordini del generale Gentry, di avanzare verso Trieste, dove le truppe britanniche arrivarono nel primo pomeriggio del 2 maggio.
Quando i neozelandesi giunsero a Trieste, i combattimenti erano ancora in corso, perché le truppe jugoslave, prive di armamento pesante, non erano riuscite ad avere ragione dei reparti tedeschi trincerati nel castello di San Giusto e nell’edificio del tribunale. Alla vista dei reparti alleati, il presidio tedesco del castello che stava già trattando la resa con gli jugoslavi, cambiò immediatamente idea e si consegnò ai neozelandesi. Quello del tribunale invece venne sgominato con un assalto congiunto.
In tal modo, gli jugoslavi avevano sicuramente vinto la “corsa per Trieste”, ma gli alleati erano riusciti di fatto a stopparli grazie all’arrivo dei neozelandesi. Quel che ne seguì fu una sovrapposizione non concordata di zone di occupazione, che generò la prima crisi diplomatica del dopoguerra, cioè la “crisi di Trieste”, che si sarebbe conclusa con l’accordo di Belgrado del 9 giugno 1945.
L’accordo previde che, in attesa delle decisioni della conferenza della pace, la Venezia Giulia sarebbe stata divisa in due zone di occupazione, quello che due anni dopo divenne il Territorio Libero di Trieste: la zona A, retta da un Governo militare alleato, e la zona B, affidata ad un’amministrazione militare jugoslava.
3 MAGGIO: ARRIVO DEI RIFORNIMENTI ALLE TRUPPE NEOZELANDESI
Nei giorni seguenti, a partire dal 3 maggio, affluirono a Trieste rifornimenti per le truppe Neozelandesi, in particolare autobotti di carburante per i mezzi neozelandesi. A bordo di una delle autobotti giunse il 3 maggio anche mio padre che si era fatto ospitare da un ufficiale delle truppe neozelandesi. Mio padre era stato inviato dal Ministero della Pubblica Istruzione (con una lettera del 28 aprile 1945) a costituire la Facolta’ di Ingegneria dell’Universita’ di Trieste.