IL CASO DI UN PARENTE AMERICANO
Ho appena finito di parlare con un cugino di mia moglie che vive negli Stati Uniti.
Non riesce a trovare un sacerdote (che sia uno!) il quale celebri e professi UNA CUM Benedetto XVI. Per questo segue le messe di Don Enrico Roncaglia! (anche per questo traduco in inglese le omelie di Don Roncaglia!).
Parlando con lui ho ricordato il caso dei cristiani giapponesi.
IL CASO DEI CRISTIANI GIAPPONESI
Tra parentesi, questa e’ una storia nella storia. Storia incredibile e commovente che ho appreso leggendo i libri di un famoso scrittore cattolico giapponese, Shusako Endo (1).
Il cristianesimo e’ stato portato e diffuso in Giappone, specialmente nell’isola di Kyushu, da parte di Francesco Saverio e missionari gesuiti portoghesi ivi giunti verso 1540. All’inizio la missione Cattolica fu appoggiata dallo shogunato e dal governo imperiale, forse per contrastare l’influenza dei monaci buddisti, ma sopratutto sperando nel commercio con Portogallo e Spagna. Tuttavia, visto il notevole successo del proselitismo, ma soprattutto temendo la progressiva colonizzazione del Giappone come era gia’ avvenuto nelle Filippine, l’imperatore decise di proibire e bandire il Cattolicesimo dal Giappone (1565). Inizialmente il provvedimento non ebbe conseguenze pratiche, ma a partire dal 1587 (sotto il reggente imperiale Toyotomi Hideyoshi) i missionari vennero banditi e il Cristianesimo represso come minaccia all’unita’ nazionale. In particolare, durante il shugunato Tokugawa i cristiani giapponesi che non abiurarono vennero tutti barbaramente uccisi assieme alle loro famiglie. Complessivamente vi furono almeno 400 martiri (ma probabilmente molti di piu’).
A partire dal 1614 non esistevano piu’ ufficialmente cristiani giapponesi. Erano infatti divenuti cristiani delle catacombe (in giapponese 隠れキリシタン, kakure kirishitan).
Lo scrittore Shusako Endo racconta in uno dei suoi romanzi che verso il 1870, quando il Giappone aveva deciso di riaprire i confini al commercio con il mondo cristiano (in particolare gli Stati Uniti), a Nagasaki dove era posta la missione commerciale statunitense, un sacerdote (appunto statunitense) vide entrare nella sua cappella (costruita per i marinai statunitensi) una contadina giapponese che a gesti gli chiese dove fosse l’immagine della “Santa Maria” (le uniche parole da lei pronunciate!).
La fede cattolica si era conservata: i cristiani giapponesi dopo 250 anni erano usciti dalle catacombe!
COME SI SONO SALVATI?
I cristiani giapponesi sono rimasti nelle catacombe per 250 anni e soprattutto isolati e senza sacerdoti! Come hanno fatto a salvarsi? (perche’ questo e’ certo visto che la Madonna, che loro chiamavano “Santa Maria”, in portoghese la lingua dei missionari, li assisteva!) La risposta e’ la seguente:
1) si riunivano in preghiera in piccole comunità (cenacoli)
2) la loro tradizione era puramente orale con pochi simboli di fede (una croce di legno, l’immagine scolpita del Sacro Cuore e del Sacro volto di Gesu)
3) celebravano la Comunione Spirituale e il battesimo. Forse anche i matrimoni.
MA STIAMO DIVENTANDO GIAPPONESI? GLI ELEMENTI CRUCIALI
Tre fatti appaiono incontestabili.
Il primo
sappiamo (ce lo racconta lo scrittore Shusako Endo) che ai giapponesi veniva chiesto di abiurare calpestando l’immagine del Sacro volto e del Sacro cuore di Gesu’. E furono proprio molti dei missionari europei a tradire per primi (anche con la promessa che i convertiti giapponesi sarebbero stati risparmiati. Ma si ingannavano, la persecuzione contro i cristiani giapponesi – al contrario -si acui’ ancora e crebbe!)! Ma i fedeli giapponesi eroicamente resistettero e non abiurarono! Infatti, posti di fronte alle immagini sacre del Sacro Cuore e del Sacro Volto di Gesu’ si rifiutarono di calpestarle! E per questo vennero sottoposti al supplizio di essere appesi a un palo a testa in giu’ sulla riva del mare fino a morire annegati quando la marea saliva!
Anche a noi viene posta una alternativa. Conservare la fede in Gesu’ Cristo oppure accettare la falsa immagine di Gesu’ Cristo-LGBTQ propostaci dalla falsa chiesa dell’antipapa Bergoglio. Ma anche noi restiamo fedeli, come i giapponesi, fino all’ultimo, fedeli all’unico e solo Gesu’ Cristo!
Il secondo
che non avendo piu’ sacerdoti (sia i missionari che i sacerdoti giapponesi subito martirizzati) i cristiani giapponesi pregavano riuniti in piccoli cenacoli. Anche noi viviamo una situazione simile! I sacerdoti rimasti fedeli al Depositum Fidei (2) sono pochissimi e anche noi preghiamo riuniti in piccoli cenacoli!
E infine terzo elemento cruciale,
mi piace pensare che recitassero le parole della Comunione Spirituale ricevendo lo Spirito Santo! Ma anche noi riceviamo lo Spirito Santo!
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(1) Shūsaku Endō (遠藤 周作 Endō Shūsaku; Tokyo, 27 marzo 1923 – Tokyo, 29 settembre 1996).
(2) rinnegando, con cio’, che JM Bergoglio sia vero papa.